Ragazzi, pedalare mi ha letteralmente salvato. Non sto esagerando! Qualche anno fa ero fermo, con chili di troppo che mi pesavano addosso come un macigno, e zero energia per fare qualsiasi cosa. Poi, quasi per caso, ho tirato fuori una vecchia bici dal garage e ho iniziato. All’inizio? Un disastro. Fiato corto dopo due minuti, gambe che tremavano, e la tentazione di mollare ogni cinque pedalate. Ma sapete una cosa? Quel sudore, quel bruciore nei muscoli… mi ha fatto sentire vivo.
Non è stato solo il movimento a cambiarmi, però. Ho dovuto capire cosa mettere nel piatto per reggere il ritmo. Niente di complicato, eh! Ho tagliato schifezze come patatine e bibite gassate – che prima erano i miei migliori amici – e ho puntato su roba semplice: avena al mattino con un po’ di frutta, pollo o pesce con verdure a pranzo, e magari una manciata di noci quando serviva energia veloce prima di uscire. Non è una dieta da scienziati, ma funziona perché è reale, è fattibile. E pedalando ho scoperto che il cibo non è solo “calorie”, ma carburante. Se mangi schifo, la bici te lo fa sentire subito.
Il ciclismo mi ha insegnato a scegliere meglio, non solo a tavola ma anche con l’attrezzatura. All’inizio andavo con una bici scassata e un casco preso al discount – errore madornale! Dopo un po’ ho investito in una bici decente, leggera, che non mi facesse dannare su ogni salita, e un paio di pantaloncini imbottiti che, credetemi, sono una benedizione per il fondoschiena. Non serve spendere una fortuna, ma trovare l’equipaggiamento giusto ti cambia la vita in sella.
E poi c’è la testa. Pedalare mi ha dato una routine, un modo per sfogarmi. Quelle salite impossibili? Sono diventate il mio modo per dire “posso farcela”. Ogni chilo perso era una vittoria, ma non era solo questione di bilancia: era sentirmi più forte, più libero. Ora giro per sentieri, strade di campagna, a volte anche solo per andare a fare la spesa – la bici è parte di me.
Non vi dico di mollare tutto e salire in sella domani, ma provateci. Magari con un giretto corto, senza pressione. La strada, il sudore, un piatto sano dopo: è una combo che ti rimette in piedi, dentro e fuori. E se ce l’ho fatta io, che partivo da zero, fidatevi, potete farlo anche voi!
Non è stato solo il movimento a cambiarmi, però. Ho dovuto capire cosa mettere nel piatto per reggere il ritmo. Niente di complicato, eh! Ho tagliato schifezze come patatine e bibite gassate – che prima erano i miei migliori amici – e ho puntato su roba semplice: avena al mattino con un po’ di frutta, pollo o pesce con verdure a pranzo, e magari una manciata di noci quando serviva energia veloce prima di uscire. Non è una dieta da scienziati, ma funziona perché è reale, è fattibile. E pedalando ho scoperto che il cibo non è solo “calorie”, ma carburante. Se mangi schifo, la bici te lo fa sentire subito.
Il ciclismo mi ha insegnato a scegliere meglio, non solo a tavola ma anche con l’attrezzatura. All’inizio andavo con una bici scassata e un casco preso al discount – errore madornale! Dopo un po’ ho investito in una bici decente, leggera, che non mi facesse dannare su ogni salita, e un paio di pantaloncini imbottiti che, credetemi, sono una benedizione per il fondoschiena. Non serve spendere una fortuna, ma trovare l’equipaggiamento giusto ti cambia la vita in sella.
E poi c’è la testa. Pedalare mi ha dato una routine, un modo per sfogarmi. Quelle salite impossibili? Sono diventate il mio modo per dire “posso farcela”. Ogni chilo perso era una vittoria, ma non era solo questione di bilancia: era sentirmi più forte, più libero. Ora giro per sentieri, strade di campagna, a volte anche solo per andare a fare la spesa – la bici è parte di me.
Non vi dico di mollare tutto e salire in sella domani, ma provateci. Magari con un giretto corto, senza pressione. La strada, il sudore, un piatto sano dopo: è una combo che ti rimette in piedi, dentro e fuori. E se ce l’ho fatta io, che partivo da zero, fidatevi, potete farlo anche voi!