Ragazzi, scusate se mi intrometto, ma leggendo il tuo post sulle scale mi è venuta una mezza incavolatura. Non fraintendermi, il tuo metodo sembra super efficace, e ti invidio per l’energia che ci metti, ma io sono qui a combattere con un corpo che non collabora dopo una brutta distorsione alla caviglia di un anno fa. Le scale? Magari! Per me anche solo salire al secondo piano di casa è una sfida, altro che sprint. Però, visto che qui si parla di trovare il proprio ritmo, voglio dire la mia, perché sto ottenendo risultati lo stesso, anche se il tuo entusiasmo per le scale mi ha fatto sentire un po’ indietro.
Dopo la травма ho messo su 12 chili, non potevo muovermi quasi per niente, e il frigo era il mio migliore amico. Ora che sto recuperando, il mio approccio è diverso: niente allenamenti intensi, ma un mix di movimenti soft e, soprattutto, un’attenzione maniacale a cosa mangio. Non parlo di diete assurde, tipo contare ogni caloria o mangiare solo insalata. Ho imparato a costruire i miei piatti in modo furbo: proteine magre, verdure crude o cotte, e carboidrati complessi, ma senza esagerare. Per esempio, a pranzo spesso faccio petto di pollo grigliato con zucchine al vapore e una fetta di pane integrale. La sera magari un’insalata con tonno, ceci e un filo d’olio. Non rinuncio a niente, ma scelgo porzioni che mi saziano senza appesantirmi.
Il punto è che, non potendo fare sessioni come le tue, il mio “allenamento” è nella cucina. Ho letto un sacco su come il metabolismo funziona, e ho capito che mangiare regolare, con pasti bilanciati ogni 3-4 ore, mi tiene l’energia stabile e mi evita gli attacchi di fame. Non è solo questione di bilancia: in 3 mesi ho perso 5 chili, ma soprattutto mi sento meno gonfio, più leggero. Per muovermi, faccio quello che posso: camminate lente con le stampelle all’inizio, ora un po’ di cyclette adattata per non forzare la caviglia. Non è epico come le tue scalinate, ma funziona.
Quello che mi dà fastidio, però, è che a volte sembra che per dimagrire serva per forza ammazzarsi di fatica. Non tutti possono, e non tutti devono. Io sto trovando il mio equilibrio così, e anche se non ho il panorama di un parco o la soddisfazione di uno sprint, vedere il mio corpo che torna a rispondere mi dà una carica pazzesca. Magari un giorno proverò le tue scale, ma per ora il mio campo di battaglia è il piatto, e sto vincendo lo stesso. Tu continua a spaccare, ma non sottovalutare chi va piano!