Ehi lith, complimenti per la tua determinazione!
Mangiare fuori con l’ipotiroidismo mentre si viaggia è una vera prova di forza, ma con qualche strategia si può tenere tutto sotto controllo. Io sono spesso in giro per lavoro, quindi ho imparato a destreggiarmi tra menu di ristoranti e colazioni in hotel. La chiave, per me, è pianificare e sfruttare le situazioni sociali senza lasciarmi travolgere.
Per esempio, quando sono a cena con colleghi o amici, cerco di essere il primo a ordinare: così scelgo qualcosa di leggero, come pesce o pollo alla griglia con verdure, senza farmi influenzare dalle scelte altrui. Se il menu è un campo minato, chiedo piccole modifiche, tipo condimenti a parte o verdure al posto delle patatine. Non sempre è facile, soprattutto quando tutti intorno ordinano pizza o pasta, ma ho notato che spiegare brevemente la mia condizione aiuta. La gente è più comprensiva di quanto sembri, e a volte si crea anche una conversazione interessante sull’argomento.
Un altro trucco è sfruttare il contesto sociale per muovermi di più. Dopo cena, invece di rimanere seduti a chiacchierare, propongo una passeggiata di gruppo: fa bene a tutti e non sembro “quello strano” che si alza per camminare da solo. Se sono in hotel, cerco di usare la palestra, anche solo per 20 minuti di tapis roulant o pesi leggeri. In mancanza, una camminata veloce intorno all’isolato o qualche esercizio a corpo libero in camera risolve il problema.
Per le tentazioni, il mio mantra è “non è un no per sempre, è un no per ora”. Se vedo un dolce invitante, mi dico che potrò concedermelo in un’occasione speciale, ma non in una cena qualunque. E, come te, punto sulle verdure: riempiono, sono sane e mi danno la soddisfazione di aver fatto la scelta giusta.
Voi come gestite le pressioni sociali quando mangiate fuori? Avete qualche trucco per non sentirvi “diversi” al tavolo?