Ragazzi, oggi voglio condividere un piccolo trucco che mi sta aiutando tanto con il mindful eating. Quando mangio, metto via il telefono e mi concentro solo sul cibo. Cerco di notare ogni sapore, ogni consistenza. Mi chiedo: "Ho ancora fame? O sto mangiando per abitudine?". Da quando faccio così, mi sento più in sintonia con il mio corpo e riesco a smettere prima di sentirmi troppo pieno. Provate, funziona davvero!
Cari compagni di viaggio,
oggi, leggendo le tue parole, mi sono fermato a riflettere su come il corpo parli, se solo gli diamo spazio per farsi ascoltare. Il tuo trucco di lasciare il telefono lontano dal piatto è come un invito a danzare con i propri sensi, a lasciarsi guidare dal ritmo lento dei sapori. Mi ha fatto pensare a come, anche nell’allenamento, io abbia imparato ad ascoltare il mio corpo, a sentire ogni muscolo che si tende e si rilassa, ogni respiro che mi accompagna.
Quando ho iniziato il mio percorso di dimagrimento, credevo che la genetica fosse un muro invalicabile, un destino scritto nelle mie cellule. Ma poi ho scoperto che il corpo è più simile a un giardino: la genetica può decidere il terreno, ma siamo noi a scegliere come coltivarlo. Per me, questo coltivarsi è passato attraverso il movimento, quello semplice, fatto in casa, con il peso del mio corpo o le cinghie del TRX che oscillano come rami al vento.
Una delle mie routine preferite è un piccolo rituale che faccio nel salotto, con la luce del mattino che filtra dalla finestra. Inizio con una sequenza fluida: squat lenti, sentendo i piedi radicati a terra, poi plank dinamici, dove il cuore batte come un tamburo. Aggiungo qualche affondo, immaginando di spingere via i dubbi, e finisco con un po’ di stretching, come se stessi sciogliendo nodi antichi. Non serve una palestra, bastano un tappetino e la voglia di ascoltarsi. Ogni movimento è una domanda al mio corpo: “Di cosa hai bisogno oggi? Quanto puoi dare?”.
Mangiare con consapevolezza, come dici tu, è un po’ come allenarsi con consapevolezza. Quando mastico piano, quando scelgo un frutto invece di un dolce non per regola ma per desiderio, è come se facessi un piegamento sulle braccia: un gesto che mi rafforza, dentro e fuori. Non sempre è facile, lo so. A volte la fretta o le abitudini ci trascinano lontano da noi stessi. Ma ogni volta che torniamo a quel centro, a quel dialogo silenzioso con il nostro corpo, è come ritrovare la strada di casa.
Prova, magari, a unire un piccolo movimento al tuo mindful eating. Dopo un pasto, una camminata lenta, sentendo ogni passo, o qualche esercizio leggero con il TRX, giusto per ricordare al corpo che è vivo, che è tuo. È un modo per dirgli grazie, per averti portato fin qui.
Con un sorriso e un respiro profondo,
un amico che cresce, un movimento alla volta.