Mantenere l'equilibrio in viaggio: yoga e spuntini sani per l'anima

Jacek2000

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
Namaste a te e a tutti i guerrieri dell’equilibrio qui sul forum! Il tuo racconto mi ha colpito dritto al cuore, perché anch’io so bene cosa significa cercare di non perdere la bussola quando la vita ti sballotta tra treni, valigie e colazioni tentatrici. Però, sai, leggendo di tappetini stesi in hotel e cieli stellati, mi sono detto: questa è la forza dell’Italia che non si arrende, quella che trova il modo di prendersi cura di sé anche in mezzo al caos. E io, da buon italiano che ama ridere e vivere leggero, ti dico che la mia arma segreta per questo viaggio chiamato “dimagrimento” è la yoga della risata.

Non so se hai mai sentito parlare di questa pratica, ma per me è stata una rivoluzione. Non si tratta solo di allungamenti o di forza fisica, ma di qualcosa che ti scuote dentro. Immagina: ti metti lì, magari dopo una giornata storta, e inizi a ridere. All’inizio magari è forzato, ti senti pure un po’ scemo, ma poi succede qualcosa di magico – il corpo si scioglie, la testa si svuota e lo stress, quello che mi faceva aprire il frigo ogni sera, sparisce. È come se ogni risata fosse un pugno dato al cortisolo, quel maledetto ormone che mi teneva incatenato al cibo emotivo. E sai qual è il bello? Non serve un tappetino, non serve uno spazio perfetto. Io l’ho fatto in camera mia, in un parco, persino in macchina fermo a un semaforo – certo, gli altri automobilisti mi guardavano strano, ma chi se ne importa!

Il tuo trucco dell’avena e della frutta mi piace da matti, lo proverò al prossimo viaggio. Io di solito mi porto dietro qualche mandorla o una barretta fatta in casa con fiocchi d’avena e miele, roba semplice ma che mi salva dai croissant assassini. Però il cibo è solo una parte della battaglia, no? Per me, la yoga della risata è il vero scudo. Quando viaggio, cerco sempre di scoprire se ci sono club o gruppi che la praticano – in Italia ce ne sono più di quanto pensi, soprattutto nelle città grandi. A volte basta una ricerca veloce sul web o un messaggio in qualche gruppo locale per trovare un incontro. E se non c’è niente? Beh, mi basta un angolo tranquillo, chiudo gli occhi, respiro profondo e via, rido da solo come un matto. È liberatorio, te lo giuro.

Quello che dici sullo yoga che salva l’anima lo capisco benissimo. Viaggiare ti mette alla prova, ti fa sentire un po’ perso, ma fermarsi e ritrovare il centro è un atto di forza. Io credo che ridere sia il mio modo di allungarmi, di respirare, di tornare a me stesso. E poi, dopo una sessione di risate, il corpo è leggero, la mente è lucida e, ti dirò, pure la bilancia sembra ringraziarmi. Non è una questione di calorie bruciate – anche se qualcosa si muove, eh – ma di come mi sento: meno bisogno di consolarmi con un piatto di pasta e più voglia di prendermi cura di me.

Sto cercando un club di yoga della risata vicino a casa mia, perché farlo in gruppo è ancora più potente. Se capiti mai dalle mie parti o se conosci qualche posto dove si pratica, fammi sapere! E tu, continua a stendere quel tappetino sotto le stelle – è un’immagine che mi porterò dietro per giorni. Siamo in viaggio, sì, ma con un po’ di risate e qualche scelta furba possiamo tenere l’equilibrio, per il corpo e per l’anima. Forza Italia, forza noi!
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
Ehi, namaste o no, qua si parla di stare in forma, quindi mi butto! Leggendo il tuo post, mi sono rivisto in quelle giornate caotiche di viaggio, con il corpo che urla “fammi muovere” e la testa che cerca un angolo di pace. Però, sai, io sono uno di quelli che invece di stendere il tappetino da yoga preferisce prendere a pugni il pavimento con un WOD bello tosto. Il crossfit è la mia religione, e anche in viaggio non mollo: è il mio modo per tenere il peso sotto controllo e sentirmi vivo, senza troppi fronzoli spirituali.

Partiamo dal movimento. Quando sono in giro, trovare una palestra è come cercare acqua nel deserto, ma il bello del crossfit è che non ti serve quasi niente. Una volta, in un hotel senza nemmeno un angolo fitness, ho fatto un WOD in camera: 5 round di 20 air squat, 15 push-up e 10 burpees. Quindici minuti, sudore a fiumi, e il corpo ringrazia. Se c’è un parco vicino, ancora meglio: un po’ di corsa, qualche salto su una panchina, e via. Non è solo questione di bruciare calorie, ma di ricordarmi che sono forte, che posso spingere anche quando sono stanco o lontano da casa. E, credimi, dopo un WOD fatto bene, dormi come un sasso, altro che savasana.

Sul cibo, sono d’accordo con te: viaggiare è una giungla. Io non sono tipo da bustine di avena, ma cerco di giocare d’anticipo. Prima di partire, studio i posti dove mangiare: cerco locali con opzioni proteiche, tipo pollo o pesce, e verdure che non siano annegate nell’olio. Se sono in aeroporto o in stazione, punto su un’insalata con qualcosa di sostanzioso sopra, oppure un wrap decente. Le noci sono un salvavita, come dici tu, e a volte mi porto una barretta proteica per le emergenze. Non sono un fanatico, eh, un gelato o una pizza locale ci stanno, ma cerco di non far deragliare tutto. Il trucco è pensare a lungo termine: un dolce non ti rovina, ma se ogni giorno è un’eccezione, ciao progressi.

La cosa che mi piace del crossfit, e che forse si avvicina al tuo yoga, è che ti centra. Non parlo di anima o roba del genere, sono un po’ allergico a queste cose. Dico proprio quella sensazione di avere il controllo, di sapere che stai costruendo qualcosa, passo dopo passo. Ogni WOD è un mattone in più: ti fa più forte, più resistente, e sì, ti aiuta a tenere il peso a bada. In viaggio, quando tutto è un casino, sapere che posso ritagliarmi 20 minuti per spaccarmi e sentirmi meglio è una vittoria. E poi, diciamolo, vedere i muscoli che rispondono e la bilancia che non fa i capricci è una bella botta di motivazione.

Insomma, continua con il tuo yoga e i tuoi spuntini furbi, che stai andando alla grande. Io resto fedele ai miei WOD e alla mia borsa con qualche noce di scorta. Alla fine, l’importante è trovare quello che funziona per noi e non mollare, no? Tu che WOD faresti se ti sfidassi a provare il crossfit in viaggio?
 
Ehi Jacek, leggendo il tuo post mi è venuta una voglia matta di scriverti, perché il tuo racconto di yoga e spuntini sani in viaggio mi ha proprio colpito. Io sono in una fase della vita in cui sto cercando di rimettermi in carreggiata dopo un periodo tosto, e il tuo modo di affrontare il caos dei viaggi mi ha fatto riflettere su come anche io sto provando a trovare un equilibrio, non solo con il peso, ma con me stesso. Viaggiare è una prova del nove, no? Tutto conspira per farti sbandare, eppure tu sembri avere un piano ben oliato. Ti racconto un po’ come sto cercando di fare io, magari ci scambiamo qualche spunto.

Da quando ho iniziato questo percorso di dimagrimento, dopo la fine del mio matrimonio, ho capito che il mio corpo e la mia testa sono più collegati di quanto pensassi. Non è solo una questione di calorie o di bilancia, ma di come mi sento dentro. Il tuo yoga mi ha fatto pensare a come il movimento possa essere un’ancora, e io, pur non essendo un tipo da tappetino, ho trovato il mio ritmo con camminate veloci e un po’ di esercizi a corpo libero. In viaggio, però, è tutta un’altra storia. Come te, odio sentirmi rigido dopo ore seduto, quindi cerco di muovermi appena posso. Una volta, in un aeroporto con un’attesa infinita, ho fatto una camminata a passo spedito tra i terminal, con le cuffie nelle orecchie e una playlist che mi caricava. Non sarà yoga, ma mi ha aiutato a sciogliere le gambe e a calmare quella sensazione di irrequietezza. Se c’è un parco o una piazza vicino all’hotel, faccio un circuito semplice: squat, affondi, qualche plank. Non serve chissà cosa, ma muovermi mi fa sentire che sto rispettando il mio corpo, e questo mi dà una spinta mentale pazzesca.

Sul cibo, devo ammettere che sono ancora in fase di rodaggio. In viaggio, il buffet dell’hotel è il mio peggior nemico: quei cornetti sembrano chiamarmi per nome! Però, ispirato dal tuo approccio, sto imparando a fare scelte più furbe. Per esempio, ho iniziato a portarmi dietro delle mandorle o delle noci, come fai tu, perché sono facili da tenere in borsa e mi salvano quando l’unica opzione è un panino triste in stazione. La frutta fresca è un altro trucco che ho copiato: una mela o una banana comprata al volo mi danno energia senza quel senso di pesantezza. Quando mangio fuori, cerco di ordinare piatti con proteine magre e verdure, ma non sono un monaco: se c’è un dolce che mi tenta, lo assaggio, ma cerco di non farne una regola. Sto imparando che l’equilibrio non è perfezione, ma costanza.

Quello che mi sta aiutando di più, però, è capire come il movimento e il cibo influiscano sul mio umore e sulla mia energia. Dopo il divorzio, ero un disastro: dormivo male, ero sempre stanco, e il mio corpo sembrava fuori fase. Poi ho letto qualcosa sugli ormoni – niente di troppo scientifico, solo roba pratica – e ho capito che mangiare in modo regolare e muovermi aiuta a tenere tutto più stabile. Per esempio, se mangio troppi zuccheri, mi sento su di giri per un po’ e poi crollo, con tanto di malumore. Se invece tengo un ritmo con pasti bilanciati e un po’ di attività, mi sento più lucido e meno in balia delle emozioni. In viaggio, questo è ancora più importante, perché lo stress del correre da una parte all’altra può mandarti fuori giri. Come te, cerco di ritagliarmi momenti per me: magari non è una sequenza yoga, ma una camminata serale o dieci minuti di stretching in camera prima di dormire. Mi aiuta a resettare.

La tua storia del prato sotto le stelle mi ha fatto sorridere, perché anche io ho i miei momenti “improvvisati”. Una volta, in un hotel senza spazi decenti, ho fatto un mini-allenamento usando la sedia della scrivania per degli step-up e il bordo del letto per dei dip. Sembravo un pazzo, ma dopo mi sentivo un leone. È questo che mi piace del tuo approccio: non cerchi scuse, trovi soluzioni. E poi, come dici tu, non si tratta solo del corpo, ma dell’anima. Per me, ogni passo che faccio – che sia una camminata, un’insalata scelta con cura o un momento di calma – è un modo per ricostruire la fiducia in me stesso. Dopo un periodo in cui mi sentivo a pezzi, ogni piccola vittoria conta.

Dimmi, come fai a restare così disciplinata con lo yoga anche quando sei stanca morta? Io a volte cedo alla tentazione di buttarmi sul letto e basta. E tu, crossfit lo proveresti mai, magari una versione soft in viaggio, come suggerisce l’altro utente? Io ci sto pensando, ma per ora resto fedele alle mie camminate e ai miei circuiti improvvisati. Alla fine, l’importante è muoversi e mangiare in modo che il nostro corpo e la nostra testa restino in sintonia, no?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
Ehi, namaste a te e a tutti nel thread! Leggendo il tuo post mi sono sentita super compresa, perché anch’io sto lottando per mantenere l’equilibrio, ma con un twist: sto preparando il mio corpo per una fotosesione che ho fissato fra un mese, e ogni viaggio o imprevisto mi sembra un ostacolo gigante. Però, sai, il tuo racconto mi ha dato una bella spinta, quindi grazie per aver condiviso!

Sto cercando di raggiungere il mio obiettivo mensile, che è perdere un po’ di peso ma soprattutto sentirmi più tonica e a mio agio davanti all’obiettivo. Le foto per me sono una specie di diario visivo: ogni scatto mi ricorda da dove sono partita e quanto sto lavorando su me stessa. Ma quando sono in viaggio, come te, tutto si complica. La settimana scorsa sono stata via per un weekend lungo, e ti giuro, fra cene fuori e orari sballati, ho avuto paura di mandare all’aria tutto. Poi ho pensato: ok, non posso controllare ogni dettaglio, ma posso fare qualcosa per non perdere il ritmo.

Lo yoga è diventato il mio alleato, proprio come dici tu. Non sono una super esperta, ma porto sempre un tappetino da viaggio – leggero, pieghevole, un salvavita. In hotel, anche se lo spazio è minuscolo, faccio una sequenza breve: qualche saluto al sole per scaldarmi, un paio di guerrieri per sentirmi forte, e sempre una posizione di rilassamento finale, tipo la torsione supina, che mi scioglie la tensione della giornata. Non so come, ma quei 15 minuti mi rimettono in carreggiata, come se dicessi al mio corpo: “Tranquillo, ci siamo ancora”. Una volta, in un bed & breakfast con una stanza microscopica, ho spostato una sedia e ho fatto yoga fra il letto e il muro. Non proprio zen, ma ha funzionato!

Sul cibo, invece, sono un po’ in ansia. In viaggio è un disastro: o finisco per mangiare schifezze perché sono di corsa, o mi ritrovo a fissare menu con solo fritti e carboidrati. Sto provando a seguire il tuo esempio con gli snack sani. Ho iniziato a portarmi dietro delle barrette proteiche fatte in casa (avena, burro di mandorle e un po’ di miele) e delle mandorle in bustine piccole, così non cedo alla tentazione di un cornetto in autogrill. Però ammetto che a volte mi sento in colpa se sgarro, tipo quando ho mangiato una fetta di torta al cioccolato durante il weekend. Mi dico che va bene godersi il momento, ma poi mi prende il panico pensando alla bilancia e alla fotosesione. Tu come fai a non farti travolgere dai sensi di colpa?

L’idea di fissare un obiettivo mensile mi sta aiutando, ma in viaggio è dura non perdere la motivazione. Le foto che voglio fare fra un mese sono il mio faro: immagino già gli scatti, la luce, il modo in cui mi sentirò più sicura. Ma quando sono lontana da casa, con il caos degli spostamenti, mi sembra di perdere il controllo. Lo yoga, come dici tu, è una specie di ancora. Non solo mi tiene attiva, ma mi fa sentire che sto facendo qualcosa per me, anche se sono a chilometri dalla mia routine. E poi, dopo una sessione, anche breve, mi sento meno stressata e più pronta a fare scelte migliori, come ordinare un’insalata invece di un panino farcito.

Scusa se mi sono dilungata, ma il tuo post mi ha fatto riflettere un sacco. Come riesci a restare così costante con lo yoga e le abitudini sane anche quando sei in giro? E soprattutto, hai mai momenti in cui ti sembra che l’equilibrio sia impossibile da mantenere? Io sto cercando di non mollare, ma ogni tanto mi sento come se stessi correndo verso un traguardo che si sposta sempre più in là.