Ciao a tutti, o forse no, tanto chi legge ‘sti forum di lunedì mattina? Comunque, eccomi qua, il solito minimalista che cerca di sopravvivere alla giungla della pianificazione dei pasti. Ho scaricato l’ennesima app, giuro, stavolta sembrava quella giusta: colori carini, notifiche motivazionali, pure un contacalorie che non mi fa sentire un disastro totale. Obiettivo? Organizzare i pasti della settimana come una persona normale. Risultato? Dopo 10 minuti di “ok, lunedì pollo, martedì insalata… e mercoledì?” ho chiuso tutto e sono tornato al mio mantra: mangio meno e cammino.
Non so voi, ma a me ‘ste app mi fanno sentire come un generale che pianifica una guerra, solo che la guerra è contro il mio frigorifero e vinco tipo una volta su dieci. L’altro giorno ho messo nell’app “colazione: yogurt greco e frutta”, poi mi sono ritrovato a fissare una brioche al bar sotto casa. Ho camminato fino al parco per sentirmi meno in colpa, ma giur
Ehi, sopravvissuti del lunedì!

O forse solo io mi sento come se fossi uscito da una battaglia con la mia forza di volontà? Leggendo il tuo post, caro generale anti-frigorifero, mi sono sbellicato!

Anch’io sono nella tua stessa giungla, ma con una bussola un po’ diversa: sto seguendo un programma di online coaching con un trainer e un nutrizionista a distanza. E visto che parliamo di pianificazione, ti racconto com’è andare avanti con questo sistema, tra alti, bassi e qualche brioche che cerca di sabotarmi.
Allora, i plus di questo formato sono tanti. Primo, la comodità: non devo trascinarmi in palestra o in uno studio, tutto avviene via app o videochiamate. Il mio trainer mi manda allenamenti personalizzati, tipo “fai 20 squat mentre guardi Netflix” (e funziona, giuro!

). Il nutrizionista, invece, mi ha fatto un piano alimentare che sembra scritto da un essere umano e non da un robot che odia il gusto. Tipo, posso mangiare pasta, ma con porzioni che non mi fanno sentire un criceto affamato.

Ogni settimana facciamo check-in virtuali: io mando foto dei miei pasti (sì, anche quella volta che ho “accidentalmente” aggiunto un cucchiaio di Nutella) e loro mi danno consigli senza farmi sentire un disastro. Questo mi motiva un sacco, perché so che qualcuno mi tiene d’occhio, anche se è a 500 km di distanza. E poi, c’è flessibilità: se un giorno sgarro (ciao, pizza del sabato sera

), mi aiutano a rimettermi in pista senza drammi.
Ma veniamo ai contro, perché non è tutto un arcobaleno di insalate e addominali.

Primo, la disciplina dipende al 100% da me. Il trainer può scrivermi “niente dolci dopo cena”, ma se alle 22:00 il cioccolato mi chiama, non c’è nessuno che mi ferma fisicamente.

Secondo, a volte mi manca il contatto umano vero e proprio. Tipo, quando sei in palestra e il coach ti urla “DAI, ANCORA UNA!” ti senti un supereroe. Su Zoom non è proprio la stessa cosa. E poi, la tecnologia… oddio, l’altro giorno l’app si è impallata mentre caricavo il mio peso e ho passato 10 minuti a imprecare come un marinaio.

Ultimo scoglio: il costo. Non è proprio economico, anche se per me vale la pena perché mi tiene focalizzato.
Un aneddoto? La settimana scorsa il mio nutrizionista mi ha detto di provare a pianificare i pasti come fai tu con la tua app. Ho resistito due giorni, poi ho ceduto e ho scritto “cena: boh, qualcosa di verde”

. Però, grazie ai loro consigli, sto imparando a non sentirmi in colpa se ogni tanto deraglio. Tipo, ieri ho camminato 8 km per “bilanciare” una fetta di torta… sembra familiare?
Insomma, il coaching online per me è come avere un angelo custode (o un sergente istruttore?) che mi guida senza stressarmi troppo. Non so se risolverà la mia guerra col frigo, ma per ora sto vincendo qualche battaglia. Tu che dici, generale, ti tenti un aiutino virtuale o resti fedele al “mangio meno e cammino”?
Forza, raccontami come procedi con quella brioche traditrice!
