Misuro il mio sonno con il righello: come ho trasformato la bilancia in un’amica

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, magari solo a chi sta leggendo con una tazza di tè verde in mano! Oggi vi racconto come ho fatto pace con la bilancia, ma non senza prima misurare il mio sonno col righello. Sì, avete capito bene, un righello. Non è una metafora, è proprio quello che usavo per capire se dormivo abbastanza da far funzionare il mio corpo come un orologio svizzero.
Tutto è iniziato quando ho deciso che i chili di troppo non erano più invitati alla mia festa personale. Ho buttato via le scuse e ho preso in mano la situazione: keto come base, perché il burro d’arachidi è meglio dello zucchero, e poi un po’ di paleo per sentirmi un cavernicolo moderno. Ma il vero segreto? Il sonno. Non quel “dormo quando capita”, no, io lo misuro. Otto ore non sono un optional, sono la regola. Con il righello segnavo sul muro quanto tempo passavo a rigirarmi prima di spegnere il cervello: meno giri, più progressi.
La bilancia all’inizio era una nemica, mi guardava con quel numeretto antipatico e io le rispondevo con uno sguardo da “ti sistemo io”. Poi ho capito: non è lei il problema, sono io che devo parlare la sua lingua. Così ho iniziato a pesarmi sempre alla stessa ora, dopo il caffè ma prima della colazione, nuda come un verme per non darle scuse. E sapete che c’è? Ha iniziato a collaborare. Ogni settimana un saluto amichevole: “Oh, guarda, mezzo chilo in meno, brava!”
Il cibo è un alleato, non un tranello. Mangio avocado come se fosse il mio lavoro, uova strapazzate con un pizzico di curcuma e insalate che sembrano dipinti. Niente schifezze, niente “solo un boccone”, perché il mio corpo non è un bidone della spazzatura. E poi muovo il culo: passeggiate veloci, qualche squat mentre aspetto che il tè si freddi, e stretching per dire al mondo che sono viva.
Il righello del sonno è diventato il mio guru. Se dormo poco, la bilancia lo sa e mi punisce con un “eh no, cara, oggi non scendo”. Se dormo bene, mi premia. È un patto silenzioso tra me, lei e il mio materasso. E ora che siamo amiche, la bilancia non mi fa più paura: è solo uno specchio che riflette quanto mi voglio bene. Provateci anche voi, misuratevi la vita, il sonno, i sogni… vedrete che i numeri iniziano a cantare una canzone diversa!
 
Ciao a tutti, o forse no, magari solo a chi sta leggendo con una tazza di tè verde in mano! Oggi vi racconto come ho fatto pace con la bilancia, ma non senza prima misurare il mio sonno col righello. Sì, avete capito bene, un righello. Non è una metafora, è proprio quello che usavo per capire se dormivo abbastanza da far funzionare il mio corpo come un orologio svizzero.
Tutto è iniziato quando ho deciso che i chili di troppo non erano più invitati alla mia festa personale. Ho buttato via le scuse e ho preso in mano la situazione: keto come base, perché il burro d’arachidi è meglio dello zucchero, e poi un po’ di paleo per sentirmi un cavernicolo moderno. Ma il vero segreto? Il sonno. Non quel “dormo quando capita”, no, io lo misuro. Otto ore non sono un optional, sono la regola. Con il righello segnavo sul muro quanto tempo passavo a rigirarmi prima di spegnere il cervello: meno giri, più progressi.
La bilancia all’inizio era una nemica, mi guardava con quel numeretto antipatico e io le rispondevo con uno sguardo da “ti sistemo io”. Poi ho capito: non è lei il problema, sono io che devo parlare la sua lingua. Così ho iniziato a pesarmi sempre alla stessa ora, dopo il caffè ma prima della colazione, nuda come un verme per non darle scuse. E sapete che c’è? Ha iniziato a collaborare. Ogni settimana un saluto amichevole: “Oh, guarda, mezzo chilo in meno, brava!”
Il cibo è un alleato, non un tranello. Mangio avocado come se fosse il mio lavoro, uova strapazzate con un pizzico di curcuma e insalate che sembrano dipinti. Niente schifezze, niente “solo un boccone”, perché il mio corpo non è un bidone della spazzatura. E poi muovo il culo: passeggiate veloci, qualche squat mentre aspetto che il tè si freddi, e stretching per dire al mondo che sono viva.
Il righello del sonno è diventato il mio guru. Se dormo poco, la bilancia lo sa e mi punisce con un “eh no, cara, oggi non scendo”. Se dormo bene, mi premia. È un patto silenzioso tra me, lei e il mio materasso. E ora che siamo amiche, la bilancia non mi fa più paura: è solo uno specchio che riflette quanto mi voglio bene. Provateci anche voi, misuratevi la vita, il sonno, i sogni… vedrete che i numeri iniziano a cantare una canzone diversa!
Ehi, tu con il tè verde in mano, mi hai fatto sorridere con il righello del sonno! Io invece ho trovato la mia pace con la bilancia grazie alle lezioni di gruppo. Zumba il lunedì, pilates il mercoledì e un po’ di boxe per sfogarmi il venerdì. Il trucco? Il ritmo della musica e il tifo delle compagne mi spingono a non mollare mai. Se vuoi un consiglio, cerca un corso dove ti senti a tuo agio: l’energia del gruppo è magica, ti tiene in pista anche quando il divano chiama. La bilancia ora è un’amica anche per me, ma il merito è di chi suda insieme a me!
 
Ehi, tu con il tè verde in mano, mi hai fatto sorridere con il righello del sonno! Io invece ho trovato la mia pace con la bilancia grazie alle lezioni di gruppo. Zumba il lunedì, pilates il mercoledì e un po’ di boxe per sfogarmi il venerdì. Il trucco? Il ritmo della musica e il tifo delle compagne mi spingono a non mollare mai. Se vuoi un consiglio, cerca un corso dove ti senti a tuo agio: l’energia del gruppo è magica, ti tiene in pista anche quando il divano chiama. La bilancia ora è un’amica anche per me, ma il merito è di chi suda insieme a me!
Ehilà, altro che righello, io misuro il sonno con gli sbadigli! La tua storia con la bilancia mi ha fatto pensare, ma sai che c’è? A una certa età non è tutto così semplice. Keto, paleo, avocado a palate… va bene per te, ma io col cavolo che mi metto a contare ore e fare squat col tè in mano. La mia bilancia è ancora una strega, nonostante le camminate e i trucchi per tirare in dentro la pancia. Forse il segreto non è solo dormire, ma capire che il corpo non è più quello di una volta. Tu continua a fare la cavernicola, io resto qui a litigare col materasso e quel numeretto antipatico.
 
Ehi zdzihoo, il tuo entusiasmo per la zumba e la boxe mi ha fatto quasi venir voglia di mollare il divano! 😄 Però, sai, io sono Team Separazione Cibo: divido proteine, carboidrati e grassi come se fosse una missione sacra. La bilancia? Inizia a sorridermi da quando ho capito che mescolare tutto a caso mi rallentava. Tipo, pollo con insalata a pranzo, riso integrale la sera, niente mix strani. Il corpo respira, il sonno migliora e quel numeretto antipatico scende piano piano. Non è da cavernicoli, è solo ascoltarci un po’ di più. Prova a separare i cibi per un paio di giorni, magari ti sorprendi! 😉 E per la tua energia da gruppo, chapeau, continua a spaccare!
 
Ciao a tutti, o forse no, magari solo a chi sta leggendo con una tazza di tè verde in mano! Oggi vi racconto come ho fatto pace con la bilancia, ma non senza prima misurare il mio sonno col righello. Sì, avete capito bene, un righello. Non è una metafora, è proprio quello che usavo per capire se dormivo abbastanza da far funzionare il mio corpo come un orologio svizzero.
Tutto è iniziato quando ho deciso che i chili di troppo non erano più invitati alla mia festa personale. Ho buttato via le scuse e ho preso in mano la situazione: keto come base, perché il burro d’arachidi è meglio dello zucchero, e poi un po’ di paleo per sentirmi un cavernicolo moderno. Ma il vero segreto? Il sonno. Non quel “dormo quando capita”, no, io lo misuro. Otto ore non sono un optional, sono la regola. Con il righello segnavo sul muro quanto tempo passavo a rigirarmi prima di spegnere il cervello: meno giri, più progressi.
La bilancia all’inizio era una nemica, mi guardava con quel numeretto antipatico e io le rispondevo con uno sguardo da “ti sistemo io”. Poi ho capito: non è lei il problema, sono io che devo parlare la sua lingua. Così ho iniziato a pesarmi sempre alla stessa ora, dopo il caffè ma prima della colazione, nuda come un verme per non darle scuse. E sapete che c’è? Ha iniziato a collaborare. Ogni settimana un saluto amichevole: “Oh, guarda, mezzo chilo in meno, brava!”
Il cibo è un alleato, non un tranello. Mangio avocado come se fosse il mio lavoro, uova strapazzate con un pizzico di curcuma e insalate che sembrano dipinti. Niente schifezze, niente “solo un boccone”, perché il mio corpo non è un bidone della spazzatura. E poi muovo il culo: passeggiate veloci, qualche squat mentre aspetto che il tè si freddi, e stretching per dire al mondo che sono viva.
Il righello del sonno è diventato il mio guru. Se dormo poco, la bilancia lo sa e mi punisce con un “eh no, cara, oggi non scendo”. Se dormo bene, mi premia. È un patto silenzioso tra me, lei e il mio materasso. E ora che siamo amiche, la bilancia non mi fa più paura: è solo uno specchio che riflette quanto mi voglio bene. Provateci anche voi, misuratevi la vita, il sonno, i sogni… vedrete che i numeri iniziano a cantare una canzone diversa!
Ehi, tu con la tazza di tè verde, mi hai fatto sorridere con quel righello! La tua storia è una ventata d’aria fresca, e visto che parliamo di bilance che diventano amiche, voglio raccontarti come il bodyflex mi sta aiutando a fare pace non solo con i numeri, ma anche con il mio corpo.

Anch’io, come te, ho avuto i miei momenti di lotta con la bilancia. All’inizio era tipo un duello: io contro quel numeretto che sembrava prendermi in giro. Poi ho scoperto il bodyflex, e ti giuro, è stato come accendere una lampadina. Non è solo esercizio, è un modo di respirare che ti fa sentire il corpo vivo, come se ogni cellula si svegliasse e dicesse “ok, ci siamo!”. La tecnica è semplice: respiri profondamente, trattieni l’aria, contrai i muscoli e fai stretching mirato. Sembra strano, ma quei 15-20 minuti al giorno mi hanno cambiato la prospettiva.

La cosa bella del bodyflex è che non serve un’attrezzatura da palestra o ore di sudore. Lo faccio la mattina, dopo il caffè, quando la casa è ancora silenziosa. La respirazione diaframmatica ossigena il corpo, e gli esercizi di stretching mirano proprio a quelle zone che sembrano non voler mai collaborare, come la pancia o i fianchi. Non è solo questione di perdere peso, ma di sentire i muscoli più tonici, la postura più dritta, persino l’umore più leggero.

Sul fronte cibo, ti do ragione: è un alleato, non un nemico. Io punto su proteine magre, verdure croccanti e grassi sani, tipo il tuo amato avocado. La bilancia la controllo una volta a settimana, sempre nello stesso momento, come fai tu, per non darle modo di confondermi. Ma il vero trucco? Il bodyflex mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo. Se sono stanca o stressata, non funziona bene, proprio come il tuo sonno misurato col righello. Quindi cerco di dormire almeno 7 ore e di non farmi travolgere dalla giornata.

Non fraintendermi, non è una bacchetta magica. Ci vuole costanza, e all’inizio magari ti senti un po’ ridicola a fare quei respiri profondi. Ma dopo un mese, quando vedi che i jeans si chiudono senza drammi e che la bilancia inizia a strizzarti l’occhio, capisci che ne vale la pena. È come un dialogo tra te e il tuo corpo, e la bilancia diventa solo un’amica che tiene il punteggio.

Prova a dare un’occhiata al bodyflex, magari inizia con qualche video online. Non serve rivoluzionare tutto, ma quei respiri profondi potrebbero essere il tuo nuovo righello per misurare non solo il peso, ma quanto ti senti bene. E tu, che dici, ci stai per un po’ di stretching con ossigeno extra?