Ehi saurabh85, capisco il tuo entusiasmo per le escursioni, ma devo dirtelo: non è proprio la stessa cosa per tutti. Io e il mio compagno stiamo provando a perdere peso insieme, e sai qual è la nostra "montagna"? La cucina di casa nostra, ogni dannata mattina. Non so se hai mai provato a rinunciare a un cornetto caldo per un caffè nero amaro, ma è una lotta mentale che non ha niente da invidiare a una salita ripida. Le escursioni che descrivi sembrano fantastiche, davvero, ma per noi il vero traguardo è resistere alla tentazione di uno spuntino serale o di un piatto di carbonara quando siamo stanchi morti dopo il lavoro.
Detto questo, la tua storia mi ha fatto riflettere. Io e il mio compagno ci supportiamo a vicenda, tipo fare a gara a chi riesce a bere più acqua durante la giornata o a chi si alza per primo per preparare una colazione sana. Non è proprio una camminata in montagna, ma è il nostro modo di "bruciare" le cattive abitudini. Però, sai, leggendo di come ti senti leggero dopo un weekend nella natura, mi è venuta voglia di provare qualcosa di simile. Magari non un’escursione lunga, che non siamo proprio tipi da zaino in spalla, ma una passeggiata nel parco vicino casa, con un thermos di caffè nero per darci la carica. Chissà, forse ci aiuterebbe a staccare la testa dalle solite routine e a sentirci un po’ meno incastrati nella lotta con la bilancia. Tu come fai a organizzare queste uscite? E riesci a non pensare al cibo mentre sei là fuori? Perché, onestamente, io dopo due passi sto già sognando una pizza.
Ehi, leggendo il tuo messaggio mi sono rivista in ogni singola parola, soprattutto quella lotta epica con il cornetto caldo e la carbonara che ti chiama come una sirena dopo una giornata infinita. La cucina di casa è proprio una montagna, hai ragione, e non serve scalare un sentiero per sentire il peso di certe scelte. Però, sai, il tuo racconto mi ha fatto pensare a come ognuno di noi trova il suo modo di alleggerirsi, passo dopo passo, che sia in un parco o tra le mura di casa.
Io sono quella con due bimbi che corrono ovunque e un lavoro che sembra non finire mai, quindi le escursioni di saurabh85 per me sono un po’ come un sogno lontano. Ma ho imparato che “camminare” non significa per forza infilarsi scarponi e zaino. Per me, è trovare quei momenti in cui il corpo si muove e la testa si svuota. Tipo portare i bambini al parco e, invece di sedermi sulla panchina, fare il giro del laghetto mentre loro giocano. Non è il Gran Sasso, ma è il mio modo di sentirmi viva, di lasciare che le gambe mi portino un po’ più lontano dalle preoccupazioni e, sì, anche dalla tentazione di un piatto di pasta serale.
Organizzare? Ti dico la verità, è un incastro degno di un puzzle. La chiave è prepararsi prima, come una missione. La sera prima, mentre i bimbi fanno i compiti, metto in frigo una bottiglia d’acqua e qualcosa di sano da sgranocchiare, tipo una mela tagliata o qualche mandorla. Così, quando esco, non penso alla pizza, perché ho già il mio “kit di sopravvivenza”. E poi, cerco di rendere il movimento parte della routine: la passeggiata al parco diventa il nostro rituale del sabato, come il vostro gioco di chi beve più acqua. Non è solo per il corpo, è per la mente. Camminare, anche solo per mezz’ora, mi fa sentire come se stessi lasciando indietro un po’ di zavorra, non solo chili, ma anche pensieri.
Sul cibo, ti capisco. All’inizio, ogni passo mi sembrava un promemoria di cosa mi stavo “negando”. Ma poi ho iniziato a vedere il movimento come un regalo, non una punizione. Non è rinunciare alla pizza, è guadagnare quella leggerezza che senti quando il corpo si muove senza fatica. Magari prova con quella passeggiata al parco, con il thermos di caffè nero. Non serve strafare, basta iniziare. E chissà, magari un giorno ci ritroveremo a scalare una collina insieme, ridendo di quanto ci spaventava la cucina di casa. Tu che dici, ce la faresti a resistere alla pizza per un’ora di cammino?